Category:Hermanos Sainz y Romillo

Italiano: I fratelli Eugenio (1860-1930) e Teodoro Sainz Romillo (1872-1924), figli di Teodoro Sainz y Rueda (1835-1897) e di Francisca Maria Romillo y Arena (1834-1881) erano eredi di vaste tenute agricole e vitivinicole appartenute ai de Rueda in Velilla di S. Antonio, detta la piccola Madrid rurale, di ville in campagna (Pinto, Arganda del Rey e Baranda de Montija), di palazzi a Madrid (calle Don Evaristo San Miguell, calle de Jacometrezo). Avevano esposto i loro vini pregiati alle Esposizioni di Parigi. Erano inoltre fornitori di carta da stampa per i giornali e di cancelleria agli enti pubblici tramite la Casa de Comercio Romillo fondata nel 1845 dallo zio materno Jose Maria Romillo Arena (1826 –1865) figlio di José Damaso Romillo Ortiz (1790?-1873). La sede di questa attività era in piazza del Callao numero 6 dal 1879 anno in cui i due fratelli la trasferirono da via de la Sal dove vivevano i nonni, vicino a piazza Mayor.

Alla morte della madre Francisca nel 1881 ereditarono ciascuno, compresa la sorella Francisca Sainz Romillo (1873-1886), un totale di legittima di 78.353,44 pesetas essendo stimato il patrimonio famigliare in 315.260,31 pesetas, compresa la dote della madre Francisca di 154.740,33 pesetas già destinata con testamento del 18.6.1876 ai tre figli. Per dare una idea del valore di questo patrimonio basti sapere che a Madrid nel 1889 un chilogrammo di pane costava da 0,40 a 0,48 pesetas e che l'introito del comune di Madrid per imposte di consumo fu di 57.503,62 pesetas il 22 maggio dello stesso anno.[1]

Alla morte del padre nel 1897, Teodoro Sainz Romillo e il fratello Eugenio ereditarono. tra gli altri beni lo stabile posto al numero civico 8 di calle Don Evaristo San Miguel in Madrid. La superfice dello stabile era di 748,42 metri quadrati, era di forma regolare Era iscritto nel Registro delle proprieta di Madrid Occidente al tomo 491 foglio n. 216 proprietà n.320 iscrizione 4a. La facciata sulla strada misurava 74 piedi, a sinistra confinava per una linea di 148 metri con le proprietà di Don Joaquin Minuesa[2] e della Signora Duchessa vedova de Uceda. A Nord, ossia nel retro, confinava su una linea di 62 piedi sempre con la proprietà della Duchessa vedova de Uceda. A Est, ossia a destra della facciata, confinava per una prima linea 16 piedi, una seconda di 10 e una terza di 111 piedi con la casa di proprietà di Don Antonio Sanchez (prima era di proprietà di Don Jose¨ Gaspar y Maristanir). In Italia il piede equivale da 30 a 50 cm.

Il 5 febbraio 1901 i due fratelli Teodoro e Eugenio Sainz Romillo chiesero un prestito di 45.000 pesetas al Banco de España rimborsabili in 50 anni all'interesse del 4,50% più 0,60% annuo per spese e commissioni. Si convenne un rimborso annuo di 2,540,30 pesetas liquidabili in due semestri annui. A garanzia del prestito ottenuto i fratelli Sainz Romillo accesero una ipoteca sullo stabile suddetto con la clausola del diritto di estinzione anticipata a favore del Banco Español. Opzione che fu esercitata il 30 luglio 1941 liquidando le rate arretrate dal 31 dicembre 1936. L'atto fu formalizzato davanti il notaio il 20 dicembre 1941. Il Banco Español che concesse il prestito divenne così il proprietario dell'immobile dopo aver incassato 91.450.80 pesetas!!! (36x2540,30) cioè più del doppio del valore del prestito (45.000 pesetas).

Nel giugno del 1907, Eugenio Sainz Romillo, insieme ad altri soci, fonda la Compagnia di imballaggi e trasporti, il cui capitale sociale era di 1.000.000 di pesetas diviso in 20.000 azioni di 50 pesetas l’una.[3]

Il 20.9.1909 Eugenio Sainz Romillo nomina una guardia giurata nella persona di Benito Sepulveda, sposato di 30 anni, giornaliero, per la custodia delle sue proprietà e rendite in Velilla di San Antonio, nei pressi di Madrid, nelle cui cantine erano prodotti vini e aceti pregiati che erano commercializzati a Madrid e anche esportati sopratutto in America.

Nel 1907 i due fratelli Sainz Romillo furono associati loro malgrado sulla stampa madrilena al delitto di calle de los Tudescos che vide vittima Vicenta Verdier (1870-1907) , amante da molti anni del loro cugino materno Jose Maria Romillo y Romillo. Nonostante l'intimazione di Eugenio, avvocato, alla stampa e le conseguenti rettifiche fatte, ancora a distanza di tanti anni le iniziali del loro cognome S.R. sono rimaste associate a quel triste fatto di cronaca nera rimasto fino ad oggi impunito.

Negli anni immediatamente successivi inizia il rapido declino[4][5] [6][7] delle fortune dei fratelli Sainz Romillo tanto che il 5.6.1920 viene pubblicata sul Boletin Oficial della Provincia di Madrid la domanda di pobreza presentata l'11.5.1920 da Eugenio Sainz y Romillo al Procuratore di Madrid Alvarez forse per sfuggire alla morsa dei creditori.

Note

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  1. Fonte: La Justicia (Madrid) , 23.5.1889 pag.2.
  2. Joaquin Minuesa [Picazo] era figlio di Manuel Minuesa de Lacasa (1816-1888) tipografo e editore in Madrid. Joaquin diede inizio alla tipografia Minuesa y Hernando en la calle del Arenal, Madrid. I Minuesa oltre alla attività di rinomati tipografi editori esercitavano il prestito ipotecario, fonte importante della loro ricchezza.
  3. Fonte: Madrid Cientifico, 1.7.1907 pag.18.
  4. 7.10.1911 Vendita all'asta ipotecaria di Villa Acacia in Pinto, di proprietà di Teodoro Sainz Romillo, su istanza di Felix de Murga y Iniguez per un debito non rimborsato. La proprietà si estende su 8247 mq. il cui valore è stimato in 97.000 pesetas, ribassato a 72.750 pesetas nella successiva asta del 15.11.1911. Fonte:Diario Oficial de Avisos de Madrid 7-10-1911 pag.2 e del 15.11.1911
  5. il 30.1.1912 vendita all'asta dei beni mobili di Teodoro Sainz Romillo per un valore stimato di 591 pesetas. Fonte:Diario oficial de Avisos de Madrid 30.1.1912 pag.2
  6. Nel 1917 vendita all'asta giudiziaria: con sentenza del Giudice emessa contro Eugenio Sainz Romillo, a favore di Macario de Blas Manada per una ipoteca scaduta, sono messe all'asta 2 proprietà agricole in Arganda del Rey, una di 8 ettari con 9767 ceppi vivi e 400 olivi per 10.000 pesetas e l'altra di 4 ettari con 5987 ceppi vivi e 242 olivi per 4.000 pesetas. Le proprieta confinano con Velilla S.Antonio. Fonte: Diario Oficial de avisos de Madrid 30/6/1917 pagina 3.
  7. Il 2 Dicembre 1919 Eugenio Sainz y Romillo vendette per 3.200 pesetas la casa di villeggiatura "Jardin" di Baranda di Montija (ereditata insieme al fratello Teodoro in parti uguali dal padre Teodoro Sainz Rueda che la aveva acquistata nel 1874 per 4.000 pesetas) a Eulogio Baranda y Ruiz dopo aver riscattato nel 1909 la quota del fratello Teodoro e che ipoteca nel 1918 per un importo di 3.000 pesetas a favore della vedova Ignacia Gali­ndez Cardeña.

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