File:Ambito Piemontese - Cristina di Borbone - Racconigi.jpg

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Ritratto di Cristina di Borbone   (Wikidata search (Cirrus search) Wikidata query (SPARQL)  Create new Wikidata item based on this file)
Artist
Ambito Piemontese
Unidentified painter  
 
Description 17th-century portrait painting of women, with Not identified, Unspecified, Unmentioned, UnknownUnknown or AnonymousUnknown author artist, and missing year.
Title
Ritratto di Cristina di Borbone
Description
English: Portrait of Christine of France (1606-1663), wife of Victor Amadeus I of Savoy (1587-1637)
Notizie storico critiche
Italiano: "Il dipinto appare essere replica di un ritratto giovanile di Cristina di Borbone, duchessa di Savoia e prima madama reale (Parigi, 1606-Torino, 1663). L’abbigliamento mostra, nella scelta della ricca gorgiera che profila il volto l’adesione alla moda in uso in Spagna per tutta la prima metà del Seicento. Dunque potrebbe trattarsi di un’opera eseguita poco dopo la celebrazione del matrimonio tra la principessa e il futuro duca Vittorio Amedeo I (1619) quando alla corte sabauda dominavano ancora il cerimoniale e la moda degli Austrias. Cristina era figlia del re di Francia Enrico IV e da Maria de’ Medici. Tredicenne giunse in Piemonte come sposa del futuro duca Vittorio Amedeo I, ottenendo tra i doni di nozze la proprietà del castello del Valentino che fu, per decenni, una delle sue residenze predilette e a cui dedicò molte delle sue risorse, parallelamente all’impegno per la dimora collinare presso San Vito, nota poi come Vigna di Madama Reale. Divenuta reggente, nominata dal marito sul letto di morte, per conto del figlio nel 1637, di fatto, governò il ducato ben oltre la maggiore età del figlio (1648), mantenendo il controllo sino alla sua morte, avvenuta nel 1663. Il suo indirizzo in politica estera e nella vita di corte fu dichiaratamente filo-francese. Questa presa di posizione fu uno dei moventi decisivi dello scontro per la reggenza con i cognati Maurizio e Tommaso, di posizioni filo-asburgiche, che sfociò in aperta guerra civile tra il 1638 e il 1640, vedendo contrapposte, anche all’interno della nobiltà, due vere e proprie fazioni, i cosiddetti madamisti e i principisti, e due diverse realtà geografiche, la capitale a favore della duchessa, le grandi città di provincia prevalentemente schierate con i due fratelli. La conclusione del conflitto fu sostanzialmente favorevole al Cristina e il nuovo equilibro raggiunto fu suggellato dal matrimonio della figlia Ludovica con lo zio Maurizio che rinunciò alla porpora. Nozze ambiziose, degne di una principessa che non mancò mai di difendere le prerogative sabaude della sovranità su Cipro, furono combinate per le altre due figlie femmine: Margherita Violante sposò Ranuccio II Farnese e Enrichetta Adealaide il principe elettore di Baviera Massimiliano. Amplissimo fu anche, in piena coerenza con un’immagine di sovranità barocca di tipo francese, il suo mecenatismo e patronato nei confronti di edifici di culto e realtà monastiche, con una particolare attenzione per gli ordini dei minimi, dei carmelitani e dei serviti. La tela è allestita all’interno di una ampia serie iconografica sabauda che include principalmente opere risalenti al XVII secolo, benché esse rappresentino esponenti del casato a partire dall’età medievale. La maggior parte dei dipinti pervennero in questa sede a seguito del dono del castello di Racconigi al principe di Piemonte Umberto di Savoia da parte di suo padre, Vittorio Emanuele III, nel 1929. Il primo volle collocare in questa residenza, analogamente a quanto dispose per i suoi appartamenti in Palazzo Reale a Torino, le sue raccolte di iconografia sabauda e dinastica, con attenzione anche alle famiglie regnanti che, nei secoli, avevano stretto alleanza con Casa Savoia. Queste opere, collezionate a partire almeno dal 1919, pervennero a Racconigi per selezione dall’arredo di altre residenze sabaude dei territori ereditari o acquisite dopo l’unità d’Italia, oppure furono donate o ancora acquistate sul mercato antiquario, o da famiglie dell’aristocrazia piemontese e del territorio nazionale. L’allestimento della Galleria cosiddetta dei ritratti, collocata nel padiglione di levante con prosecuzione nell’attigua galleria dei cardinali, è attestato nell’inventario stilato da Noemi Gabrielli all’inizio del sesto decennio del Novecento" [1]
Date 17th century
date QS:P571,+1650-00-00T00:00:00Z/7
Medium oil on canvas
medium QS:P186,Q296955;P186,Q12321255,P518,Q861259
Dimensions height: 65 cm (25.5 in); width: 54 cm (21.2 in)
dimensions QS:P2048,65U174728
dimensions QS:P2049,54U174728
institution QS:P195,Q19851
Source/Photographer https://www.catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0100399572 [2]

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