File:Cimiterio ebraico di pisa 2014 n.jpg

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עברית: תמונות מבית הקברות היהודי העתיק בפיסא
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Author Daniel Ventura
Camera location43° 43′ 14.39″ N, 10° 23′ 40.66″ E Kartographer map based on OpenStreetMap.View this and other nearby images on: OpenStreetMapinfo

Posto a destra della porta Nuova, fuori della antica Porta del Leone, in corrispondenza e quasi in prosecuzione del Camposanto monumentale cristiano, il cimitero ebraico di Pisa è uno dei più antichi luoghi di sepoltura ebraici del mondo. Utilizzato dal 1674, l’attuale cimitero è stato preceduto da almeno altri tre cimiteri ebraici, tutti ubicati all’esterno delle mura occidentali di Pisa. Del più antico, duecentesco, restano tracce epigrafiche sulle mura alla destra della Porta Nuova. Si ritiene che alcune persone, forse più povere, venissero seppellite ai piedi delle mura e che in corrispondenza del luogo di sepoltura si incidessero i loro nomi sulla pietra. A conferma di ciò, bisogna ricordare che tutte le iscrizioni si trovano sulla faccia esterna delle mura, più o meno alla stessa altezza.

Ad un tumulum iudeorum, che doveva trovarsi sei o settecento metri più a sud dell’attuale cimitero e del tratto di mura con le iscrizioni ebraiche (all’incirca nella zona dove attualmente sono gli Istituti Chimici), fa invece riferimento un documento del 1330; non sappiamo se questo secondo cimitero sia quello, posto ai Lecci nei pressi della Cittadella, più volte citato, nel XV e nel XVI secolo, tra le proprietà della famiglia dei banchieri da Pisa. Nell’estimo del 1618 ed in quello del 1622 compare un campo delli Ebrei situato a sinistra dell’uscita della Porta Nuova, stretto tra le mura e il fosso.

L’uso di questo luogo di sepoltura, che pare fosse iniziato nei primi anni del XVII secolo, non ebbe però lunga durata; nel 1674 il Granduca Ferdinando II richiese infatti il terreno alla Comunità Ebraica per includerlo nella bandita di caccia e di ripopolamento che aveva deciso di ricostituire lungo le mura occidentali della città, quella Fagianaia, dove sorgono oggi alcuni edifici dell’Ospedale. Alla Comunità venne concesso in cambio il terreno nei pressi della Porta Nuova, dove tuttora si trova il cimitero ebraico. Qui nel 1892 furono trasferite alcune pietre sepolcrali seicentesche.


Oltre che dal punto di vista religioso, il cimitero ebraico di Pisa è particolarmente interessante come documento storico: esso riflette infatti quasi quattro secoli di vita dell’insediamento ebraico pisano. Per il XVII ed il XVIII secolo gli inumati sono per lo più ebrei di origine spagnola e portoghese; la maggior parte della popolazione ebraica residente a Pisa era infatti in quell’epoca costituita dai discendenti degli ebrei espulsi dalla penisola iberica a partire dal 1492.

Solo alla fine del ‘700, a seguito di una notevole immigrazione di ebrei provenienti da Roma, da Ancona e dalle Marche, da Firenze, da Ferrara, il cimitero si caratterizza come italiano. Queste testimonianze sepolcrali si allargano ulteriormente per il XIX e il XX secolo, quando il cimitero ebraico pisano accolse le salme di alcuni dei numerosissimi ebrei che dall’Europa centro-orientale raggiungevano la città tirrenica per motivi di studio o di turismo. A questi bisogna aggiungere i non rari casi di ebrei che, attratti da un luogo sepolcrale inserito in un contesto di grande monumentalità, hanno scelto di essere inumati a pisa. pur essendo venuti a morte in diverse città italiane ed estere. Nel cimitero sono inoltre presenti le tombe dei soldati ebrei caduti nel corso della prima guerra mondiale e, soprattutto, degli ebrei vittime della violenza fascista, degli eccidi tedeschi e delle persecuzioni nazifasciste. I nomi di coloro che furono deportati e scomparvero nei campi di sterminio, sono ricordati anche da una lapide posta sul muro della cappella mortuaria che si trova al centro del cimitero. Dal punto di vista dei manufatti e del loro valore artistico il cimitero ebraico di Pisa presenta uno straordinario ventaglio di testimonianze: dai tumuli a forma di parallelepipedo trapezoidale di tradizione ebraica e dalle steli rotondeggianti, sempre di tradizione iberica, del XVII e XVIII secolo, ai monumenti stile Impero del primo Ottocento; dai tabernacoli gotici del pieno Ottocento, agli stili Liberty e Umbertino della fine del XIX secolo e primo Novecento.


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