File:Incastro di carne.JPG

Original file(2,048 × 1,536 pixels, file size: 688 KB, MIME type: image/jpeg)

Captions

Captions

Add a one-line explanation of what this file represents
Description scultura in pietra dimensione max 50 cm.circa
Date
Source Genova
Author Lupo Rosso
Permission
(Reusing this file)
PD-self
I, the copyright holder of this work, hereby publish it under the following licenses:
GNU head Permission is granted to copy, distribute and/or modify this document under the terms of the GNU Free Documentation License, Version 1.2 or any later version published by the Free Software Foundation; with no Invariant Sections, no Front-Cover Texts, and no Back-Cover Texts. A copy of the license is included in the section entitled GNU Free Documentation License.
w:en:Creative Commons
attribution share alike
This file is licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported license.
You are free:
  • to share – to copy, distribute and transmit the work
  • to remix – to adapt the work
Under the following conditions:
  • attribution – You must give appropriate credit, provide a link to the license, and indicate if changes were made. You may do so in any reasonable manner, but not in any way that suggests the licensor endorses you or your use.
  • share alike – If you remix, transform, or build upon the material, you must distribute your contributions under the same or compatible license as the original.
This licensing tag was added to this file as part of the GFDL licensing update.
You may select the license of your choice.
Public domain I, the copyright holder of this work, release this work into the public domain. This applies worldwide.
In some countries this may not be legally possible; if so:
I grant anyone the right to use this work for any purpose, without any conditions, unless such conditions are required by law.

Commento generale del critico sulla scultura di Lupo Rosso edit

La scultura : ricerca di soluzioni tecniche e rappresentazione delle emozioni.

Gran parte delle conversazioni sulla scultura avute con il maestro è stata spesa intorno a problemi relativi alla specifica ricerca di “alchimistiche” combinazioni tra materiali lapidei oppure sui vizi e le virtù delle pietre naturali, le più e le meno pregiate come quelle più o meno lavorabili e ancora su complessi studi per ottenere l’effetto del bronzo lavorando la pietra e così via. Questi racconti avvincenti, che spiegano il nucleo della ricerca di Alfonso Gialdini, si dirigono poi abitualmente verso l’affascinante rievocazione della volta in cui riuscì a procurarsi, per farci una scultura, uno splendido e unico blocco di legno tek -forse l’albero di un’antica nave o la trave di una vetusta costruzione- o di quando trovò in natura un piccolo e circoscritto giacimento di pietra da lavorare. Il suo ufficio domestico, separato dall’officina in cui scolpisce, ricorda un piccolo studiolo rinascimentale dove innumerevoli componenti si uniscono in un insieme unitario e indecifrabile: arnesi, curiosità, fossili, miniature, fogli disposti ordinatamente in perfetto disordine. Evidentemente dello scultore genovese, accanto alla priorità di una vivida umanità, emerge il sostrato dei suoi compiuti studi di ingegneria meccanica che lo portano a legare fortemente l’azione creativa e ideativa, in lui libera e sensibilmente emotiva, con i meccanismi di controllo e programmazione propri del metodo scientifico. Il risultato è sorprendente perché si rivela capace tanto di far comprendere le virtù tecnico-costruttive della scultura quanto di trasportarci con immediatezza nel mondo delle idee e delle emozioni. L’artista investe sia in scultura figurativa sia in opere di ricerca dinamica, astrattamente formali: scolpisce in sintesi seguendo un’ispirazione di tipo sintetico-antropomorfo. L’oggetto principale del suo studio è la rappresentazione della figura femminile, proposta in numerose varianti di sensibilità: ferina Venere steatopigica di sapore tribale o esile, ma monumentale, tuffatrice sospesa per aria . Ancora, fatta tutta di membra, calda protettrice dell’uomo che avvolge con forti abbracci o fiera sostenitrice del primario contributo femminile alla vita , quando non ambisce a suonare con il proprio corpo come la cassa armonica del violino . L’alternativa per il maestro sono le teste di cavallo, naturalistiche rappresentazioni di colli nervosi, negli studi per sé, o dinamiche e forti macchine belliche, come locomotive in corsa con le redine che diventano bielle : cavalli che sono il simbolo della corsa alla liberazione dei popoli, bestie forti e docili che stramazzano, sacrificandosi di fronte a un ingiusto e violento trattamento del padrone . Il Rompighiaccio, sul tema-studio delle teste di ariete, rappresenta ancora questa tensione potente, difficilmente governabile lanciata verso un destino mortale. A Genova il maestro , dal 1995 , mette a disposizione dei degenti dell’ex ospedale psichiatrico di Quarto, i propri mezzi e conoscenze, organizzando corsi di scultura all’interno di un programma di riabilitazione espressiva: ottiene particolari successi nel veder migliorare,anche attraverso questa esperienza la condizione degli allievi.

Marco Franzone (saggista in storia arte genovese)

File history

Click on a date/time to view the file as it appeared at that time.

Date/TimeThumbnailDimensionsUserComment
current15:14, 12 July 2008Thumbnail for version as of 15:14, 12 July 20082,048 × 1,536 (688 KB)Lupo rosso (talk | contribs){{Information |Description= |Source=Genova |Date=2005 |Author=Lupo Rosso |Permission=PD-self |other_versions= }} == Commento generale del critico sulla scultura di Lupo Rosso == ''La scultura : ricerca di soluzioni tecniche e rappresentazione delle emozi

There are no pages that use this file.

Metadata