Italiano: Motocicletta con telaio in lamiera stampata, parafanghi e serbatoio verniciati di colore grigio chiaro; il serbatoio, la sella e il bauletto portaoggetti sono sostenuti da una coppia di tubi cromati. Al di sotto della sella del conducente è sistemato il motore monocilindrico verticale a due tempi. Al di sopra del motore, incastonato tra i tubi cromati, è situato il serbatoio. La trasmissione avviene mediante albero. La motocicletta è dotata di cambio a tre velocità, comandato da un pedale a bilanciere posto nella parte destra della pedana poggiapiedi. La ruota posteriore è sprovvista di sospensioni, mentre la ruota anteriore ospita una sospensione a parallelogramma deformabile, con manicotto in gomma. L'impianto frenante è a tamburo, con comando sul manubrio per la ruota anteriore e a pedale per la ruota posteriore. La motocicletta è dotata di fanalino di coda e fanale anteriore, con commutatore per l'accensione posto sul manubrio. Il cavalletto reggimacchina è centrale.

Notizie storico-critiche

Si tratta del primo modello di Lambretta rimasto in produzione dall'ottobre 1947 all'ottobre 1948, quando venne sostituito dal modello successivo. Accolta inizialmente con una certa freddezza, la Lambretta segnò l'avvento della mobilità di massa in Italia, con l'ampissima diffusione di scooter e motociclette di piccola cilindrata e basso costo. In continua concorrenza virtuosa tra loro, la Lambretta della Innocenti e la Vespa della Piaggio si imposero come primo mezzo motorizzato per il pubblico italiano, accompagnando l'Italia durante le fasi della ricostruzione postbellica. Dal punto di vista tecnico, questi scooter si distaccano dalla tradizionale concesione motociclistica applicando delle soluzioni di avanguardia come la trasmissione ad albero. Una novità introdotta dalla Lambretta fu la possibilità di scegliere tra sei differenti colori della carrozzeria, in un periodo in cui era una consuetudine condivisa associare le marche motociclistiche a colori caratteristici.