File:Telegrafo PioPion, ricevitore Hipp - Milano, 1906 - 1915 - Museo Michelangelo, Caserta.jpg

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Italiano: proprietà: Museo Michelangelo, Caserta

luogo di esposizione: Caserta, Museo Michelangelo, sezione di scienze pure

firma: Pio Pion, Milano

data: 1906 - 1915

Il termine post quem è fissato con l'inizio dell'attività di produzione (a dire il vero, indagata solo per la produzione di proiettori cinematografici); il termine ante quem è fissato sulla notizia di arruolamento per la Prima Guerra Mondiale e sulla produzione di telegrafi portatili militari, con marchio esattamente coincidente con quello presente sul trasmettitore. Questo esemplare replica il modello Hippe, sicuramente sorpassato perché già attestato nel 1871 . Le informazioni biografiche e di attività di Pion consentono di rettificare le datazioni proposte in Di Lorenzo (2015).

dimensioni: unità (mm) altezza 370 - larghezza 280 - lunghezza 250

materia e tecnica: metallo, ottone, rame fusi e sagomati, legno sagomato e verniciato

Oggetto: L’apparecchio ricevitore qui schedato è un telegrafo elettro-meccanico a segnali permanenti, evoluzione del modello inventato da Morse (che sviluppò il prototipo dal 1832 e realizzò la prima trasmissione di un segnale nel 1837), poi da Dignet, Froment, Pouget e da Hipp. Il ricevitore è un apparato complesso costituito essenzialmente da tre parti: il trasduttore del segnale elettrico in segno grafico, il meccanismo di orologeria che funge da motore per l’avanzamento del nastro, la struttura di sincronizzazione. Il segnale codificato giunge ai morsetti sotto forma di impulsi elettrici e passa direttamente dalla base all’elettrocalamita posta all’esterno del corpo del telegrafo in prossimità dell’asta verticale di sostegno della bobina. L’elettrocalamita controlla l’azione del pennino di scrittura sul nastro di carta. Una grande ruota, realizzata in ottone, è incernierata e sostenuta da una sbarra di ferro ancorata al corpo del telegrafo. La ruota ospita la bobina col nastro di carta da svolgere. Un’altra asta, imperniata così da poter ruotare, serve ad accogliere lo scorrimento del nastro che era raccolto e avvolto in una bobina su supporto (non conservata). Il corpo del telegrafo è realizzato come una stretta scatola parallelepidica in ottone, aperta in alto. Contiene i ruotismi di orologeria, caricati a molla dall’esterno grazie ad una chiave in ottone a sezione quadrata con manico a T in legno, da incastrare nell’asse di carica. La leva di carico è controllata dallo scappamento a leva visibile immediatamente a destra, in basso. Il meccanismo di orologeria può essere arrestato dalla chiave a leva posta alla base dell’asta di sostegno della bobina da svolgere. Una delle parti dell’apparato scrivente dell’elettrocalamita mediante una molla elicoidale perduta era in collegamento con una leva, accoppiata meccanicamente da un regolatore di tensione, di cui si vede il quadrante. Il quadrante reca una graduazione su porzione di corona circolare con all’esterno 50 suddivisioni, più all’interno, 10 divisioni, segnalate dalla cifre arabe da 0 a 50. La base è sorretta da 4 piedini di forma troncoconica, avvitati alla base mediante viti. Nella parte inferiore della base si vedono le connessioni elettriche tra le parti. Due morsetti consentono la connessione al circuito di ricezione della corrente elettrica portante il segnale codificato. Sono avvitati e incastrati alla base dal lato posteriore dell’apparecchio.

Ha due accessori: una chiave per la carica e una bobina di supporto per la carta.

La chiave ha forma di T. Il corpo è in ottone, a tre diverse sezioni cilindriche e termina con la parte cava, a sezione quadrata, destinata ad agganciare la leva di caricamento. La traversa di impugnatura è in legno, sagomato. La bobina metallica di avvolgimento per il nastro di carta destinato ad accogliere la scrittura dei simboli del codice Morse ha forma cilindrica con raggi di supporto delle due fasce esterne parallele.

funzione: ricezione di messaggi in codice Morse

modalità d'uso: Il telegrafo è un apparato utile a codificare, trasmettere, ricevere e registrare un segnale elettrico che esprime un messaggio alfanumerico codificato in simboli (linee e punti) dell'alfabeto Morse.
Date
Source Own work
Author MuMiCaserta
Camera location41° 04′ 44.69″ N, 14° 20′ 32.87″ E Kartographer map based on OpenStreetMap.View this and other nearby images on: OpenStreetMapinfo

Non è provata da documenti la provenienza originaria del telegrafo dal Regio Istituto Tecnico "Garibaldi", sebbene sia molto probabile. I beni del "Garibaldi" alla soppressione furono ceduti al "Terra di Lavoro" nel 1938. L'ipotesi della provenienza del "Garibaldi" resta decisamente più probabile rispetto alla provenienza dall'Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri "Terra di Lavoro".

L'Istituto Tecnico Statale "Buonarroti" nacque nel 1963 come Istituto Tecnico per Geometri "Buonarroti" per gemmazione dall'Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri "Terra di Lavoro" (sorto nel 1914). I beni originari del "Buonarroti" furono ceduti dal "Terra di Lavoro".

P. Di Lorenzo, La sezione di scienze pure del Museo Michelangelo: strumenti, costruttori e dubbi catalografici, «Rivista di Terra di Lavoro», anno 15, n. 2, 2020, pp. 202 - 257.

https://www.academia.edu/44943431/La_sezione_di_scienze_pure_del_Museo_Michelangelo_strumenti_costruttori_e_dubbi_catalografici

P. Di Lorenzo, Guida al Museo Michelangelo di Caserta, San Felice a Cancello, 2015.

https://www.academia.edu/12547346/Guida_al_Museo_Michelangelo_Caserta

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